| Di certo, alla giovane donna seduta tranquillamente su uno dei rami più grossi dell'albero sotto il quale si era fermato il vampiro, la conta degli anni o dei giorni non importava. Il tempo, che cosa poteva essere il tempo per una donna costretta a vivere per secoli? Tutto ciò che le interessava al momento erano i giorni che la separavano al prossimo plenilunio, e tanto bastava. Il corpo della Lycan, longilineo seppur agile e scattante come quello di una pantera, era quasi totalmente nascosto dalle fronde del misero albero, fronde ricche di nere foglie malsane che però servivano allo scopo. Sicuramente i due erano esseri dalla mentalità simile, in verità anche lei odiava quel posto, infatti non ci sarebbe rimasta a lungo. Se ne sarebbe andata, in un modo o nell'altro, voleva calcare nuovamente le terre degli Uomini, che alle altre popolazioni piacesse oppure no. E se fosse morta nel tentativo, beh, allora il problema della sua schifosa e inutile esistenza era risolto, non sarebbe stato poi male. Suicidarsi mai, ovviamente, lei, troppo orgogliosa per mostrare al mondo un tale atto di vigliaccheria. Ma morire per mano d'altri nel tentativo di tornare in quello che ancora sentiva come proprio mondo... beh, non era poi tanto male. Anche se, in tutta sincerità, chi decideva di mettersi sui suoi passi poteva lui stesso definirsi un pazzo suicida. Sembrava stesse dormendo la donna, gli occhi sicuramente erano chiusi, si stava riposando. Solo le parole del vampiro la indussero a dare un minimo segno di vita, che si tradusse nell'apertura di uno dei brillanti occhi verdi, uno solo. La cosa durò una frazione di secondo però, perchè in men che non si dica tornò nella sua posizione rilassata.
Splendido. Un altro dei pazzi mentecatti che popolano queste terre schifose. Adesso parlano anche con gli alberi.
Borbottò tra sè, solo un lieve mormorio seccato il suo, di certo non stava parlando con la presenza ai piedi dell'albero ma semplicemente con sè stessa, beh, parlare da soli è meglio che parlare con gli alberi.
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