Le dedichiamo a te, dolce spirito, queste parole ch’intono novelle;
che se gloria ti negan’ le stelle, a tal sia ora il nostro canto dedito. Narreremo oggi di quel regno lontano, patria celeste di gentil genti, piume e pallori, voci e venti. Nell’alba bionda rifulge la luce su cristalli, coralli e castelli, fronde, frasche e rive di ruscelli; cieco fulgore che pace produce. Il fato con la brezza par cantare, innalzare al sole, al mattino, parole e pensieri, destino.
Siede regale e solenne, lei ne’ suoi occhi ardon’ fiamme pure,
braci, specchi di vicende venture immortale creatura degli dei. Gli occhi socchiude sull’oceano, quieto quanto in lei è tempesta: sì se’ fatale, oh guerra funesta!
Quel che le rughe del tempo soffocan’ il pensiero ora resuscita; appassionato il cuore palpita, i ricordi il presente soverchian’.
Vede il pianto lavare il sangue, rotti i corpi cari e rivali, genti de’ cieli e quelle de’ mali. Ahi guerre! Nate sante e beate, eppure muoion’ meste, amare! Perché debbon’ lacrime annegare
conquiste in gloria celebrate? Sì la mente sua l’avvenir sogna,
ove disfatta, a’ trionfo, morte rende una sì somigliante sorte. Giustizia la move: lei che foco, spirito guerriero, creatura sacra, abiura pena e paura! Dubbi non indulge pensier’ suoi; e già udir’ le pare, da lontano, il clamor’ di grida, e il baccano, voci, urli, e canti agl’eroi. Maestosa all’occhio, sì solenne,
si leva eretta lei guerriera; ella indomita, ella fiera. Vede compagni di mille battaglie, lor’ e l’armi, delinearsi duri:‘l nemico avanza, in bordi scuri. Tra lor’ atterra, leggiadra guerriera; la spada al ciel’ alza, campionessa; così ‘l grido si leva, grinta impressa‘n voci, a feral’ ferocia maniera. Ma natur’ scrisse e decretò fato: per l’eterno contro l’oscur’ lividolottar’ dovéa il biancor candido, mai trionfante e mai trionfato. Così battaglia imperversa bruta, e ‘l frastuono di lame contro lame scorta del sangue nemico la fame ch’in bestie anche cuor’ gentili muta. Mai, per giorni, per notti, vide guerra sosta, e sì persa fu linfa nera a quell’ argento in simil’ maniera. Al cospetto di lei lo nemico trema e cade; sì dal corpo vuoto l’arma estrae in veloce moto.‘L bene non siede con alcun’ fazione; nell’equilibrio dimor’ e regna, lui, bilancia che mai vincitor’ segna, spettator’ di pretes’ e ambizione. In un cicl’infinito i popoli lottano e s’annientano, mai vinti, mai trionfanti: sol’ da morte cinti. Dell’angel’ condottiero è pers’ ogni traccia; c’è chi narra ch’ arse ‘n battaglia; chi ch’ascese tra gli dei ch’or’ eguaglia; chi la vede, viva, morta, ‘n lor’ sogni. E c’è anche chi, come noi, ricorda l’angel’, e tace. Poich’ella, in guerra, trovò la sua luce, e la sua terra.
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19/07/2011 - °Mister X°: Creazione Irandum's World
22/07/2011 - • H e l l †: Terminata Tabella Fade *-*
22/07/2011 - • H e l l †: L'apertura del Forum è dedicata ai Vampiri Anime di carta, in involucri di carne, sbagli allo specchio, Spiriti imprecisi, Creature immorali, errori peccaminosi di un Dio iracondo.
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